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Comunicati stampa

Carte carburante e contratto di netting: chiarimenti delle Entrate

Carte carburante: risposta dell'Agenzia delle Entrate. Ecco a cosa prestare attenzione

 

 

Nella Risposta all'interpello 412/2019 l'Agenzia delle Entrate ha fornito dei chiarimenti in merito agli adempimenti da rispettare nel caso delle carte carburanti. In particolare, la società interpellante, fornisce ai propri clienti soggetti passivi d'imposta apposite "carte aziendali" da utilizzare per il rifornimento di carburante  in un operazione di netting e sta pensando di fornirle anche ai propri dipendenti. L'operazione sarebbe certificata in questo modo: 

  • i rifornimenti effettuati ai dipendenti attraverso l'utilizzo della "carta aziendale" sarebbero annotati dai gestori degli impianti nel registro dei corrispettivi e documentati con fattura nei confronti dell'istante;
  • i corrispettivi delle somministrazioni dall'istante ai dipendenti titolari della "carta aziendale" sarebbero annotati in un suo apposito registro dei corrispettivi in modo da garantire la corretta liquidazione dell'imposta nel mese di effettuazione dell'operazione corrispondente a quello in cui avviene il pagamento del corrispettivo trattandosi di somministrazione di beni.

In generale, la procedura di "netting" consiste nella somministrazione fra il gestore e la propria compagnia petrolifera di prodotti petroliferi, effettuati dal gestore direttamente all'utente che utilizza per il pagamento apposite "carte aziendali", e fatturate al medesimo utente del veicolo rifornito dalla compagnia petrolifera alla quale il gestore provvede a rifatturare l'operazione effettuata nei confronti del cliente». La pratica commerciale conosce molteplici varianti di questo contratto.

In merito alle corrette modalità di documentazione delle cessioni di carburante risulta opportuno distinguere tra:

  • il rapporto gestore/istante: coinvolgendo due soggetti passivi d'imposta, ricade negli obblighi generali di fatturazione.
  • il rapporto istante/dipendenti: coinvolgendo consumatori è più complicato. In questo caso:
    • fino al 31 dicembre 2019solo gli esercenti degli impianti di distribuzione hanno l'obbligo di certificare i relativi corrispettivi, tramite memorizzazione elettronica se il rifornimento di benzina o gasolio destinati ad essere utilizzati come carburanti per motori avviene presso un impianto ad alta automazione. Qualora la cessione riguardi altra tipologia di carburante per autotrazione, l'obbligo di certificazione  viene meno.
    • dal 1° gennaio 2020, fermi gli obblighi in capo agli esercenti degli impianti ad alta automazione, laddove siano effettuate in locali aperti al pubblico memorizzazione ed invio dei corrispettivi saranno necessari solo con riferimento alle cessioni diverse da quelle di carburanti per autotrazione.

Da evidenziare che memorizzazione elettronica ed invio telematico dei dati dei corrispettivi possono sempre avvenire su base volontaria recando con sé l'effetto di far venir meno gli obblighi di registrazione. 

Nel caso oggetto di interpello, l'istante che, senza gestire direttamente impianti di distribuzione ad alta automazione, in forza di un contratto di netting somministri carburanti per autotrazione ai dipendenti del proprio gruppo, ferma l'annotazione nel relativo registro IVA, non ha obbligo di memorizzare ed inviare telematicamente i relativi corrispettivi.

 

 

 

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Pubblicato il 15/10/2019

Fonte: Fisco e Tasse

 Nuova IMU 2020: le misure allo studio del Governo

Legge di bilancio 2020: fusione tra IMU e TASI con aliquota unica. Cosa prevedono le bozze in circolazione

 

 

E' in corso di svolgimento il cantiere della manovra finanziaria 2020, che parte dalla necessità di trovare 23 miliardi di euro per evitare l'attivazione delle clausole di salvaguardia IVA che provocherebbero un aumento delle aliquote a partire dal 1° gennaio 2020. Oltre a questo obiettivo, come sempre, sono molte le misure allo studio del Governo (si legga l'articolo Collegato fiscale 2020: le novità in arrivotra cui modifiche alla disciplina dell'IMU.

Lo scopo principale della  cd. "nuova IMU" è la fusione tra l'imposta municipale unica con la TASI (tributo per i servizi indivisibili) oltre che una semplificazione del sistema che prevederebbe una sola aliquota. L'applicazione di queste due imposte oggi è infatti particolarmente complessa e dispersiva, e questo non ha permesso la predisposizione per i contribuenti di dichiarazioni IMU-TASI precompilate, così come invece avviene per le dichiarazioni dei redditi. Per questa semplificazione sarà però necessario almeno fino al 2021.

La fusione di IMU e TASI nella cd. nuova IMU prevede inoltre un l'aliquota pari 0,86 per mille, corrispondente agli attuali:

  • 0,76 per mille dell'IMU
  • 0,10 per mille della TASI.

La nuova IMU non dovrebbe avere conseguenze sui bilanci dei Comuni che anzi rispetto adesso potranno beneficiare di una maggiore flessibilità potendo comunque scegliere tra azzerare le aliquote o applicarle.

Queste misure allo studio sono indiscrezioni di quanto sarà contenuto nel decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2020 ma vanno prese come tali, pertanto, come sempre, per sapere esattamente come sarà riformata la tassazione sugli immobili occorre aspettare la presentazione del testo ufficiale della Legge di bilancio 2020.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato il 14/10/2019

Fonte: Fisco e Tasse

 

 Collegato fiscale 2020: le novità in arrivo

Decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2020: stretta rimborsi 730, forfettari, flat tax a rischio e modifiche a IMU e TASI. Le misure allo studio del Governo

 

 

 

Giorni di fuoco per il Governo giallorosso che si trova a presentare a brevissimo giro il decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2020. Come sempre, il problema sono le risorse necessario per attuare le diverse politiche, quest'anno aggravato dalla necessità di reperire 23 miliardi solo per disinnescare le clausole di salvaguardia che provocherebbero dal 1° gennaio 2020 un aumento alle aliquote IVA. Uno dei pilastri del nuovo Esecutivo è la lotta all'evasione fiscale, così da aver maggiori entrate su cui poter poi fondare ulteriori misure.

La prossima settimana dovrebbe essere presentato il testo del decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2020, che dovrebbe anche contenere le misure della lotta all'evasione da cui i tecnici si aspettano nuove entrate. Vediamo quali proposte sono in fase di valutazione:

  1. modifiche ai rimborsi che scaturiscono dalle dichiarazioni dei redditi "730" e "Redditi". Infatti dai rimborsi potrebbe essere direttamente detratto l'importo di cui il contribuente è debitore verso l'Erario.
  2. modifiche al regime forfettario con aliquota al 15% per i redditi fino a 65.000 euro. Lo scopo è sempre la riduzione dell'evasione fiscale e pertanto saranno introdotti nuovi limiti di accesso/permanenza nel regime, con particolare attenzione alla presenza o meno di dipendenti. Per lo stesso motivo è quasi sicura l'abolizione del regime agevolato con aliquota al 20% per i redditi fino a 100.000 euro.
  3. modifiche all'IMU e TASI che probabilmente saranno fuse insieme in una tassa unica sul mattone, e sulle quali sarà concesso maggior potere di controllo e riscossione da parte dei Comuni grazie anche all'accesso alle banche dati di cui è già in possesso l'Agenzia delle Entrate-Riscossione. L'obiettivo della norma sarebbe quello di semplificare le imposte sul mattone e fondare il calcolo su dati reperibili dagli enti locali, così da permettere la predisposizione di modelli precompilati da spedire ai contribuenti.
  4. Creazione di un anagrafe digitale in cui i contribuenti potranno verificare la propria posizione fiscale
  5. stretta sulle compensazioni dei crediti: se l'importo Ires, Irpef e Irap da compensare è maggiore di 5.000 euro , sarà necessario indicarlo nella dichiarazione dei redditi. Lo scopo di questa misura è ridurre le cd. "Compensazioni indebite".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato il 10/10/2019

Fonte: Fisco e Tasse