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 Carta Famiglia 2020: Covid 19 e nuovi requisiti

Il Decreto Cura Italia introduce i nuovi requisiti per la Carta Famiglia a seguito dell'emergenza Coronavirus: ecco come richiederla.

 

 

La legge di stabilità del 2016 introduceva la Carta Famiglia, resa poi attiva solo successivamente a partire dal 20 settembre del 2017 a seguito del Decreto del Ministro del Lavoro.
Ricordiamo che è una carta telematica, destinata a dare sostegno alle necessità alimentari e di vita quotidiana delle famiglie più numerose e in particolare quelle con almeno tre figli.
La carta da diritto infatti a sconti particolari presso negozi convenzionati,  oppure riduzioni tariffarie presso enti pubblici e privati.
Per leggere nel dettaglio il funzionamento della prima Carta Famiglia istituita nel 2016, si rimanda al seguente articolo che elenca requisiti e destinatari: Carta Famiglia 2019 solo per i cittadini UE.

Il Consiglio dei ministri  approvando il decreto-legge n. 9 del 2 marzo recante "Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19" ha previsto l’ampliamento dei beneficiari della Carta Famiglia e organizzato il funzionamento di una piattaforma di accesso per ottenerla.
In data 18 marzo 2020 è stata attivata la piattaforma: https://www.cartafamiglia.gov.it/cartafamiglia/, attraverso la quale tutte le famiglie con i requisiti previsti potranno richiederla. Si ricorda che è necessario  essere in possesso del codice di identità digitale SPID.

Quali i requisiti per ottenerla:
• Famiglie con almeno tre figli conviventi e minori di 26 anni
• Cittadini italiani e stranieri regolarmente residenti in Italia
• Titolari di ISEE inferiore a 30mila euro

N.B. Le misure adottate dal Governo per la prevenzione ed il contrasto della diffusione del coronavirus Covid-19 prevedono all’art. 30 del DL  2 marzo 2020, n. 9 che per l’anno 2020 anche le famiglie con almeno un figlio a carico e residenti nelle regioni "nel cui territorio è ricompreso quello  dei comuni nei quali ricorrono i presupposti di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6," ovvero Lombardia e Veneto,  abbiano diritto alla carta. La ministra del Dipartimento per la Famiglia Bonetti ha annunciato un provvedimento per l'ulteriore ampliamento  di questa modifica a tutto il territorio nazionale .

In attesa della pubblicazione della nuova misura, vediamo cosa fare per ottenerla:

1. registrazione presso il Sistema pubblico d’identità digitale per acquisire il proprio SPID

2. registrazione del nucleo famigliare nella piattaforma Carta Famiglia.gov.it

3. ricezione della carta virtuale,  consultabile tramite tutti i dispositivi connessi ad internet.

È stato inoltre istituito un numero di assistenza tecnica (+39) 800 863 119, da poter contattare in caso di problemi di accesso.
Per quanto riguarda i commercianti interessati a diventare convenzionati, si potrà inoltrare la richiesta al seguente indirizzo mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Cosa si può acquistare con la Carta Famiglia:
• beni alimentari
• prodotti alimentari
• bevande analcoliche
• prodotti per la pulizia della casa
• prodotti per l’igiene personale
• libri e sussidi didattici
• medicinali e prodotti farmaceutici
• strumenti e apparecchiature sanitarie
• abbigliamento e calzature

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato il 23/03/2020

Fonte: Governo Italiano

 

Bonus pubblicità: pubblicato l'elenco dei beneficiari con gli importi

Credito d'imposta investimenti pubblicitari incrementali: pubblicato l'elenco dei soggetti ammessi al bonus pubblicità per l'anno 2019

 

 

Pubblicato sul sito dell'Agenzia delle Entrate il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento per l'informazione e l'editoria del 18 marzo 2020 con l'elenco dei soggetti ammessi alla fruizione del cd. Bonus pubblicità per l’anno 2019. Il decreto è allegato gratuitamente a questo articolo.

In particolare è stato approvato l’elenco dei soggetti ammessi alla fruizione del credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani, periodici e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali con l’indicazione dei singoli importi, come risultanti dalle comunicazioni pervenute dall’Agenzia delle entrate. In generale, la somma indicata in corrispondenza di ciascun soggetto ammesso alla fruizione costituisce l’importo massimo fruibile a condizione che non vengano superati i massimali stabiliti dalla normativa europea sugli aiuti de minimis, in relazione ad eventuali altri aiuti, in qualsiasi forma goduti o in godimento da parte del soggetto beneficiario, a livello di impresa unica, nei due esercizi finanziari precedenti e nell'esercizio finanziario in corso.

Attenzione va prestata al fatto che :

  • per i soggetti che operano nel settore dell’autotrasporto,
  • per quelli che operano nel settore agricolo
  • e per quelli che operano nel settore della pesca e dell’acquacoltura,

il massimale individuale è quello stabilito rispettivamente dal Regolamento UE n. 1407/2013 per il settore dell’autotrasporto, dal Regolamento UE n. 1408/2013, come modificato dal Regolamento UE n. 316/2019, per il settore agricolo e dal Regolamento UE n. 717/2014, per il settore della pesca e dall’acquacoltura. Nell’ipotesi in cui l’importo indicato nell’elenco superi i limiti stabiliti – per il rispettivo settore di appartenenza - dai tre predetti Regolamenti, l’importo massimo fruibile è quello indicato nei medesimi Regolamenti.

Per la generalità dei soggetti ammessi, il credito d’imposta può essere fruito – mediante compensazione da effettuare con il modello F24 attraverso i canali telematici dell’Agenzia delle entrate – a decorrere dal quinto giorno lavorativo successivo alla pubblicazione del presente provvedimento e del relativo elenco allegato sul sito Internet del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri: www.informazioneeditoria.gov.it e sul sito Internet dell’Agenzia delle entrate: www.agenziaentrate.it.

Per i soggetti ammessi alla fruizione di un credito superiore ad Euro 150.000,00 – fatta salva l’ipotesi che il soggetto abbia dichiarato di essere iscritto negli elenchi dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa il credito d’imposta può essere fruito – mediante compensazione da effettuare con il modello F24 attraverso i canali telematici dell’Agenzia delle entrate – a decorrere dal quinto giorno lavorativo successivo alla comunicazione individuale di abilitazione che sarà trasmessa a cura del Dipartimento per l’informazione e l’editoria, in esito alla procedura di consultazione della Banca Dati Nazionale Antimafia, e quindi dopo il rilascio dell’informazione antimafia liberatoria ovvero decorso il termine per il rilascio della stessa, sotto condizione risolutiva, ai sensi dell’art. 92 del sopracitato decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159.

Il credito d’imposta è revocato in ogni momento, nel caso in cui venga accertata l’insussistenza di uno dei requisiti previsti ovvero nel caso in cui la documentazione presentata contenga elementi non veritieri o risultino false le dichiarazioni rese, anche in esito all’attività di controllo ordinariamente effettuata dalla Guardia di Finanza.

 

 

 

1 FILE ALLEGATO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato il 20/03/2020

Fonte: Fisco e Tasse

Il virus finanziario in Europa viaggia con il COVID-19

Dal contagio biologico a quello finanziario - Le decisioni delle principali banche mondiali

 

 

Mai come in questo momento gli accadimenti a cui assistiamo ci dimostrano, non solo quanto niente sia una coincidenza e che tutto sia un ricorso storico, ma dimostrano anche che virologia e politica economica sono aggredibili dallo stesso male virale.

Per questi motivi nella notte appena trascorsa la BCE corre frettolosamente ai ripari e non senza una certa vergogna di se stessa.

 

Le epidemie nella storia

Nel lontano 1720 la peste di manzoniana memoria infierì in Europa fino a metà Settecento circa; basta visitare Marsiglia che fu devastata da ricorrenti epidemie di peste tra 1650 e 1720, dove ancora oggi c’è la testimonianza del grande lazzaretto vicino al porto.

Nel 1820, il colera fu protagonista delle scene, e fu provocato dal «vibrione di Koch» che è stato lo spauracchio dell’Europa fino alla seconda metà del secolo scorso, il tifo, il vaiolo sconfitto dall’innesto del “vaccino” scoperto da E. Jenner e dichiarato estinto nel 1979.

Nel 1920 si conclamò una epidemia che era iniziata già da un paio di anni prima. La cosiddetta “spagnola” che tale non era per nulla – pare provenisse, dalla Cina – e che infierì spopolando la terra falcidiando quasi 20 milioni di morti nei due anni di disastro epidemiologico.

Oggi vogliano essere convinti e speranzosi che le più moderne tecnologie ed organizzazioni socio politiche facciamo fronte in modo più tempestivo ed incisivo a questi disastri che ci rincorrono dal passato.

Anche se, ad essere onesti, fino ad ora hanno fallito.

 

Le decisioni delle principali banche mondiali

La nostra madre Europa si è dimostrata inutile e faziosa nelle sue prime uscite rassicurative, per l’intera popolazione europea. Nel primo discorso veramente importante la BCE per il tramite dei suoi più alti rappresentanti ha fallito completamente l’obiettivo istituzionale di essere il vero cardine della tanto sponsorizzata Unione europea, che tanto unita non è sembrato essere.

Da un confronto con il resto del mondo bancario sembrerebbe che solo la BCE non comprenda il momento storico economico in cui il mondo stia viaggiando, lasciando invariati i principali indicatori di stimolo monetario con il tasso di interesse di riferimento allo 0,00 %;  Tasso sui depositi: - 0,50 %.

Il resto del mondo bancario, sembra invece, più vigile e presente alla pandemia da C19, consapevole che l’effetto pandemico non sia solo biologico, ma anche economico finanziario.

Infatti, il 10 marzo La Bank of England ha tagliato i tassi di 50 punti basi, arrivando allo 0,25 % come tasso di riferimento e ha introdotto un nuovo schema di prestiti alle piccole / medie imprese che, secondo le stime della banca, potrebbe portare a prestiti per GBP 100 miliardi.

La banca centrale norvegese, lo scorso 12 marzo, ha tagliato i tassi di 50 punto base dall’ 1,5 % all’ 1 %.

La Banca ha anche consigliato al Ministro delle Finanze, che ha seguito tale raccomandazione, di ridurre il buffer di capitale che le banche tengono come sicurezza dal 2,5 % all ’1 %.

La banca centrale canadese, lo scorso 4 marzo, ha tagliato i tassi dall’ 1,75 % all’ 1,25 % e il 16 marzo allo 0,75 %.

Tra le altre banche centrali che hanno tagliato i tassi tra febbraio e marzo ci sono quelle di Corea, Tailandia, Filippine, HongKong, Indonesia, Brasile, Messico, Russia e Turchia.

Le azioni delle banche centrali decise fino ad oggi potrebbero avere un impatto immediato limitato sulle prospettive di crescita dell’economia poiché in questo momento è ancora troppo elevato il danno causato dalla chiusura di attività legate alla diffusione del Covid –19.

Gli effetti di tali azioni dovrebbero essere maggiori una volta che la pandemia si ridurrà.

E’ possibile ipotizzare che le banche centrali potranno rendere le proprie politiche monetarie ancora più espansive nelle prossime settimane, in particolare qualora dovessero proseguire le tensioni sui mercati finanziari.

Con i tassi a 0 % o prossimi a tale livello in quasi tutti i maggiori Paesi, è lecito attendersi un maggiore ricorso a misure di intervento non convenzionali.

Perché gli interventi di politica monetaria possano risultare pienamente efficaci è necessario che il rilancio iniziale all’economia venga avviato attraverso politiche fiscali di ampio respiro; in particolare in Europa dove misure comuni a tutti i Paesi potrebbero cambiare il passo di crescita delle economie dopo anni di contenimento della spesa pubblica.

 

Dal contagio biologico a quello finanziario

Di questi tempi occorre fare molta attenzione che L’unione Europea e le sue pericolose istituzioni non facciano più danni di quanti ne fece il FMI alla fine degli anni 90. Infatti bisogna pensare che una mancanza di una teoria logica e ragionevolmente articolata da parte della BCE & company, possa portare alla elaborazione di politiche che finiscono per aggravare proprio quei problemi che vorrebbero, invece, risolvere.

Ripensiamo a ciò che accade nel 1997, quando il FMI cerca di evitare il contagio della crisi finanziaria asiatica al resto del continente. In quel momento il Fondo sostiene di dover intervenire in fretta, per evitare che la crisi in corso in un singolo paese si estenda a quelli limitrofi, al pari di una dannosissima malattia infettiva.

Se il contagio è un problema, è importante capire come operano i meccanismi attraverso i quali esso si diffonde; proprio come gli epidemiologi che oggi si preoccupano di contenere il diffondersi di un virus.

A questo proposito il compianto JM Keynes aveva una sua teoria logica: la contrazione economica di un paese, in questi tempi di economia globale ed interallacciata, determina da parte dello stesso una riduzione delle importazioni e questo si ripercuote sui paesi vicini e collegati dalla rete economica e commerciale che li connette.

Durante quella crisi economica asiatica il FMI tenta di evitare il contagio con i paesi connessi, con dei provvedimenti che di fatto accelerano il disastro tanto mal contenuto. La conseguenza è stata che tutti i paesi all’epoca coinvolti, dovettero fare sacrifici contraendo la propria economia, la contrazione dei redditi nazionali comportò una riduzione drastica delle importazioni. Dato che i paesi coinvolti erano fortemente interallacciati, l’indebolimento fu progressivo per tutti.

Le difese immunitarie economiche si andavano indebolendo ed il virus aveva la meglio.

Mentre la regione asiatica implodeva su se stessa, spinta dalla manifesta incapacità della istituzione internazionale come il FMI, la diminuzione della domanda di petrolio e di altri beni primari provocò l’inevitabile quanto prevedibile crollo dei prezzi.

Ma ecco che il FMI tira fuori dal cappello il coniglio. Con un astuto ed ineccepibile colpo di genio trova l’antidoto alla crisi: l’austerità fiscale, sostenendo che fosse essenziale per ripristinare la fiducia negli investitori. Bella pensata!

Quella crisi si diffuse da lì alla Russia attraverso il veicolo epidemiologico del crollo dei prezzi del petrolio, me non certo per una fantomatica sfiducia di inventati investitori.

A causa di una mancanza di una teoria logica persuasiva che spieghi il contagio finanziario del 1997 in Asia, possiamo dire che le politiche dell’epoca diffusero il contagio, anziché contenerlo.

L’unione europea con le sue pittoresche istituzioni farebbe bene a non considerarsi immune dalla pandemia da C19, solo perché arroccata dentro il castello franco-tedesco. Altrimenti rischia di essere vittima di se stessa provocando la propria estinzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Speciale: Pubblicato il 19/03/2020

di 

Dott. Mauro Martini

di Fisco e Tasse