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A fornire chiarimenti sui requisiti da rispettare è il MEF, rispondendo ad un'interrogazione in Commissione Finanze della Camera del 29 aprile 2021.

Bonus 110%, le novità per individuare gli abusi edilizi che bloccano lo  sconto - Quadro Normativo Ecobonus 110%, Bergamo

Superbonus del 110 per cento per le barriere architettoniche, possibilità di accesso al maxi sconto fiscale senza necessità che nell'edificio vi sia un soggetto over 65.

Superbonus per le barriere architettoniche, arrivano dal MEF nuovi chiarimenti sui requisiti per l’applicazione del maxi sconto fiscale.

Per effetto delle novità previste dalla Legge di Bilancio 2021, i lavori volti alla rimozione delle barriere architettoniche si considerano interventi trainati, agevolati quindi al 110 per cento nel caso di esecuzione in parallelo ad opere di miglioramento delle prestazioni energetiche dell’immobile.

Non solo: dal 1° gennaio 2021 la detrazione fiscale maggiorata spetta non solo per interventi in favore di disabili, ma anche per i lavori eseguiti in favore di over 65.

L’accesso alla detrazione fiscale del 110 per cento è tuttavia riconosciuto anche se nell’edificio oggetto degli interventi non siano presenti persone di età superiore a 65 anni e, a conferma di un’interpretazione già fornita dall’Agenzia delle Entrate, anche per tale tipologia di lavori si può optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito.

Superbonus 110 per le barriere architettoniche: requisiti soft per l’accesso al maxi sconto

 

L’articolo 1, comma 66, lettera d), della legge di bilancio per il 2021, modificando l’articolo 119 del decreto Rilancio, prevede la possibilità di usufruire, a decorrere dal 1° gennaio 2021, del superbonus anche per gli interventi finalizzati alla eliminazione delle barriere architettoniche, anche nel caso siano effettuati in favore di persone aventi più di 65 anni.

I lavori di rimozione delle barriere architettoniche sono considerati interventi trainati, agevolabili quindi esclusivamente se eseguiti congiuntamente ad un lavoro trainante e nel rispetto dei requisiti generalmente previsti per l’accesso al superbonus del 110 per cento.

Con la risposta all’interrogazione in Commissione Finanze della Camera del 29 aprile 2021, il MEF si sofferma sui requisiti per poter beneficiare del superbonus per la rimozione delle barriere architettoniche, e fornisce un’interpretazione morbida dei vincoli d’accesso:

“Si ritiene che la presenza, nell’edificio oggetto degli interventi, di persone di età superiore a sessantacinque anni, sia, in ogni caso, irrilevante ai fini dell’applicazione del beneficio, atteso che, come ribadito con la circolare dell’Agenzia delle entrate n. 19/E dell’8 luglio 2020, la detrazione di cui al citato articolo 16-bis, comma 1, lettera e), del Tuir spetta per le spese sostenute per gli interventi che presentano le caratteristiche previste dalla specifica normativa di settore applicabile ai fini dell’eliminazione delle barriere architettoniche, anche in assenza di disabili nell’unità immobiliare o nell’edificio oggetto degli interventi.”

Non appare quindi rilevante il fatto che l’edificio sia o meno abitato da over 65. La detrazione fiscale del 110 per cento spetta nel rispetto dei requisiti previsti in via generale per i lavori di rimozione delle barriere architettoniche.

Un secondo aspetto chiarito nel corso dell’interrogazione del 29 aprile 2021 riguarda la possibilità di applicare lo sconto in fattura o la cessione del credito anche per i lavori volti alla rimozione delle barriere architettoniche.

Un dubbio sollevato a fronte della mancata modifica dell’articolo 121 del decreto Rilancio, in parallelo all’estensione dell’elenco dei lavori trainati.

Come evidenziato dagli onorevoli interroganti,

“La Legge di Bilancio 2021, infatti, è intervenuta per modificare l’ambito oggettivo di applicazione dell’agevolazione prevista dall’articolo 119.

Viene prevista l’estensione anche ai lavori di rimozione delle barriere architettoniche, che possono quindi beneficiare del superbonus 110% e sono considerati interventi trainanti.

Tuttavia non c’è però una parallela modifica dell’articolo 121, che regola la cessione del credito e lo sconto in fattura. La mancata modifica impedirebbe l’utilizzo delle modalità di fruizione indiretta.”

Una dimenticanza legislativa sulla quale già l’Agenzia delle Entrate aveva tranquillizzato i contribuenti, ammettendo la possibilità di optare per la cessione del credito e per lo sconto in fattura anche per la rimozione delle barriere architettoniche.

Un aspetto sul quale torna ora il MEF specificando che l’opzione alternativa all’utilizzo del superbonus del 110 per cento in detrazione fiscale si applica senza vincoli anche in tale fattispecie.

In ogni caso, si specifica che requisito fondamentale per l’accesso al superbonus per la rimozione delle barriere architettoniche è il passaggio di due classi energetiche, in seguito all’effettuazione di almeno un intervento trainante. Non si può applicare lo sconto maggiorato del 110 per cento in caso di lavori di adeguamento antisismico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 30/04/2021

Fonte: Informazione fiscale 

A dettare le regole è l'Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 28/E datata 23 aprile 2021.

Compatibilità del Superbonus 110% e del sismabonus con i contributi per la  ricostruzione post sisma: chiarimenti dal Fisco

Superbonus e contributo ricostruzione sisma, sì al cumulo delle agevolazioni: è l’Agenzia delle Entrate a fornire chiarimenti, con la risoluzione n. 28/E datata 23 aprile 2021.

Le due agevolazioni seguono finalità diverse e pertanto risultano compatibili. Il superbonus del 110 per cento spetta poi solo per le spese agevolabili sostenute dal contribuente e che quindi non rientrano tra quelle coperte dal contributo ricostruzione post-sisma.

Sulla possibilità di beneficiare delle detrazioni fiscali in caso di accesso a contributi pubblici per la ricostruzione, l’Agenzia delle Entrate si era già espressa con la risposta all’interpello n. 61 pubblicata a febbraio dello scorso anno.

Anche in tale sede, seppur con riferimento al sismabonus ordinario, era stata evidenziata la possibilità di accedere all’agevolazione fiscale anche in caso di fruizione di contributi pubblici.

Superbonus e contributo ricostruzione sisma, sì al cumulo: chiarimenti delle Entrate

 

Il superbonus del 110 per cento e il contributo riconosciuto nei territori danneggiati dal sisma per la ricostruzione seguono logiche e obiettivi differenti.

Se quest’ultimo è riconosciuto per ripristinare immobili resi inabitabili a causa del terremoto, la finalità del superbonus, anche in relazione a lavori di adeguamento antisismico, è di migliorare le prestazioni dell’abitazione e di riqualificare il patrimonio edilizio esistente.

Le diverse finalità sono alla base della piena cumulabilità e compatibilità tra agevolazioni fiscali e contributi pubblici per la ricostruzione. Sono questi i punti principali evidenziati dall’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 28/E datata 23 aprile 2021.

Un aspetto che era già stato chiarito, in relazione al sismabonus, dall’Ordinanza n. 68 del 2018, al fine di chiarire la portata di quanto disposto dalla Legge di Bilancio 2017.

L’articolo 1 comma 3 della legge n. 232/2016 ha previsto che:

“Le detrazioni di cui all’articolo 16, commi 1-bis, 1-ter, 1- quater, 1-quinquies e 1 sexies, del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63 (…), non sono cumulabili con agevolazioni già spettanti per le medesime finalità sulla base di norme speciali per interventi in aree colpite da eventi sismici.”

Di conseguenza, è chiaro che le detrazioni fiscali spettano per le eventuali spese eccedenti il contributo concesso. Insomma, non è possibile accedere ad un doppio incentivo per la medesima spesa, ma solo per quei lavori che non hanno trovato capienza nel contributo sisma.

In merito al superbonus del 110 per cento, l’Agenzia delle Entrate richiama a quanto già chiarito con la circolare n. 19/2020: nel caso di contributi pubblici e sovvenzioni, l’importo riconosciuto dovrà essere interamente sottratto dalle spese sostenute prima di calcolare la detrazione spettante.

Una mossa che consente di determinare il bonus fiscale spettante solo sull’onere rimasto effettivamente a carico del contribuente.

Superbonus e contributo ricostruzione, due diversi obiettivi e cumulabilità ampia

Seppur in riferimento al sismabonus ordinario, la risposta all’interpello n. 61/2019 consente di fare chiarezza sui criteri alla base della possibilità di cumulo tra superbonus e contributo per la ricostruzione post-sisma.

Come evidenziato nella risoluzione n. 28/E, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che:

  • il sismabonus spetta in caso di interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico delle costruzioni esistenti al fine di incentivare l’esecuzione di specifici interventi progettati e realizzati secondo i criteri contenuti nel decreto ministeriale 28 febbraio 2017, n. 58;
  • la predetta finalità di riqualificazione del patrimonio edilizio abitativo secondo criteri di prevenzione del rischio sismico non viene meno in presenza di un finanziamento ricevuto per la ricostruzione privata nei territori colpiti dagli eventi sismici.

Il contributo pubblico è riconosciuto per lavori di ripristino dell’immobile danneggiato o distrutto dall’evento sismico mentre il sismabonus spetta per realizzare opere di consolidamento statico e riduzione del rischio sismico dell’edificio. Due obiettivi che viaggiano in parallelo e che rendono compatibili le due misure agevolative

In conclusione, nel caso di fruizione dei contributi per la ricostruzione, le agevolazioni fiscali si applicano:

  • a fronte dello stesso intervento, solo con riferimento alle eventuali spese agevolabili eccedenti il contributo concesso;
  • nel caso di interventi di riparazione o ricostruzione degli edifici danneggiati da eventi sismici già effettuati e finanziati con contributi pubblici, con riferimento alle spese agevolabili sostenute per le opere di ulteriore consolidamento dei medesimi edifici (anche a seguito di interventi di demolizione e ricostruzione degli stessi, riconducibili ad interventi di ristrutturazione edilizia di cui all’articolo 3, comma 1, lett. d) del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380).

Si può beneficiare del sismabonus così come del superbonus del 110 per cento anche nel caso di lavori su immobili che, in passato, hanno beneficiato di contributi pubblici per la ricostruzione dopo eventi sismici (ad esempio quello del 23 novembre 1980),

Superbonus 110 per cento anche per le opere di completamento

La risoluzione n. 28/E/2021 chiarisce inoltre che, in continuità con la prassi riferita alle agevolazioni spettanti per i lavori di recupero del patrimonio edilizio, anche il superbonus del 110 per cento si applica per le spese relative alle opere di completamento dell’intervento complessivamente considerato.

A tal fine, è irrilevante l’eventuale circostanza che il contributo sia erogato con riferimento alle spese sostenute per l’intervento “principale”, mentre restano a carico del contribuente solo le spese per le opere di completamento.

A titolo di esempio, se sono riconosciuti contributi per lavori di consolidamento statico dell’edilizio, mentre restano a carico le spese per opere di completamento di tale intervento, si può fruire della detrazione per le opere di finitura, ad esempio quelle di tinteggiatura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 29/04/2021

Fonte: Informazione fiscale 

Approvato dai due rami del parlamento il testo del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza): la replica di Draghi alla Camera.

Discorso Draghi, video Senato/ Ok Camera a Recovery Plan: "riforme PNRR  fondamentali"

Nella seduta del 27 aprile, anche il Senato, con 224 voti a favore, 16 contrari e 21 astenuti (dopo la Camera con 442 voti a favore, 19 contrari e 51 astenuti) ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del premier Mario Draghi in merito al Recovery Plan da 248 miliardi tra fondi europei e risorse nazionali.

 

In sede di replica, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha voluto sottolineare che la scadenza del 30 aprile non è mediatica, come si è detto: è che, se si arriva prima, si ha accesso ai fondi prima. La Commissione andrà sui mercati a fare la provvista per finanziare questo fondo intorno, a maggio-giugno, poi la finestra si chiuderà temporaneamente per l'estate e quindi, se il Piano viene presentato subito, si ha accesso ad una quota della prima provvista. 

 

Il contributo che il Parlamento può dare al Piano è solo all'inizio. 

Infatti, tutte queste riforme che sono contenute nel Piano saranno adottate con provvedimenti e strumenti legislativi (disegni di legge, leggi delega, decreti-legge), nei cui procedimenti di adozione il Parlamento avrà, un ruolo determinante nella discussione e nella determinazione del contenuto

 

Vi sono state richieste di chiarimenti da parte di molti sull'attuazione del Piano e, in particolare, sul ruolo degli enti locali e delle autonomie.

La vera sfida, non appena questo Piano viene consegnato, è quella di trovare un modo di attuazione dove amministrazioni locali, territoriali, Governo centrale, che sono chiamati a una mole di interventi, soprattutto investimenti pubblici, decisamente eccezionale, trovino uno schema di governo del Piano. Il processo è relativamente chiaro per quel che riguarda la parte di attuazione dei ministeri; è invece molto più complesso per quanto riguarda il coordinamento del ruolo che avranno il Governo, da una parte, e i vari enti locali, dall'altra, che sono però appunto gli attuatori del Piano, a cui vengono destinati 90 miliardi, poco meno di 90 miliardi, cioè il 40 per cento del totale dei fondi viene destinato agli enti locali.

 

Ha fatto alcune osservazioni sulle poche risorse ai giovani, alle donne lavoratrici, al Sud e alle infrastrutture digitali.

Tutto il Piano è un investimento sul futuro e sulle nuove generazioni. Ai giovani bisogna garantire welfare, una casa e un'occupazione sicura: le misure del Piano per le famiglie giovani, per le infrastrutture sociali, per le case popolari e gli incentivi fiscali per i mutui. Inoltre, il Piano interviene per garantire in maniera equa e adeguata il diritto allo studio, stanzia quasi un miliardo per gli alloggi studenteschi, mezzo miliardo per le borse di studio per accedere all'università; prevede l'ampliamento dei dottorati attraverso un finanziamento cumulativo di circa un miliardo.

 

Ha ribadito inoltre l'introduzione di una previsione per condizionare l'esecuzione dei progetti finanziati non solo dal PNRR ma anche dal REACT-EU e dal Piano complementare alla nuova occupazione giovanile e femminile.

 

Il Piano prevede importanti misure a sostegno delle donne lavoratrici: vi sono interventi a favore dell'imprenditoria femminile, ma soprattutto un corposo pacchetto per aiutare ad alleggerire il carico familiare che spesso grava sulle spalle delle donne. Il Piano asili nido stanzia ben 4,6 miliardi per gli asili nido e le scuole d'infanzia. 

 

In merito al Mezzogiorno il Piano esplicita in maniera chiara come verranno spese le risorse inserite sia nei piani del dispositivo europeo sia nei fondi aggiuntivi. Al Sud andrà il 40 per cento delle risorse a fronte del 34 per cento della popolazione e saranno ripartite con il criterio del territorio. Alcune Missioni del Piano prevedono poi investimenti in quote ancora maggiori: la Missione 3, Infrastrutture per la mobilità sostenibile, dove la quota del Mezzogiorno arriva al 53 per cento, o alla Missione 4, Istruzione e ricerca, dove tocca il 46 per cento.

 

Inoltre, oltre il 45 per cento degli investimenti nella connettività a banda ultralarga sarà nelle regioni del Sud.

Ha ribadito che gli interventi al Sud convergono su quattro priorità: il miglioramento dei servizi, la sostenibilità, le connessioni, i collegamenti e l'attrazione di nuovi investimenti

A proposito dell'osservazione sui livelli essenziali delle prestazioni, la loro definizione è molto importante per il Governo, infatti è contenuta nel Piano. Alcuni esempi: il programma per la garanzia e occupabilità dei lavoratori, la riforma delle politiche attive del lavoro, la riforma della non autosufficienza, che si basano proprio sulla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni.

 

Il Governo sta anche lavorando, in particolare, sul tema degli asili nido, in modo da aumentare l'offerta delle prestazioni di educazione e cura della prima infanzia, nei territori più lontani dall'obiettivo europeo del 33 per cento di bambini che possono accedere al servizio.

 

Per quanto riguarda la banda larga, il Governo intende stanziare 6,31 miliardi per le reti ultraveloci, la banda larga e il 5G: l'obiettivo è portare entro il 2026 reti a banda ultralarga ovunque, senza distinzioni territoriali ed economiche. A maggio, verrà avviata la mappatura dei piani di investimento previsti dai privati per identificare le aree del Paese che, senza interventi del Governo, resterebbero sfavorite. Per queste aree, è previsto un contributo statale per assicurarci che non si creino nuovi divari digitali da qui al 2026.

 

Grazie a questa nuova e completa infrastruttura si intende investire per ammodernare la nostra amministrazione, connettere tutte le scuole e gli ospedali, incentivare le imprese a investire e a digitalizzarsi.

In merito ai settori, essenzialmente cultura e turismo, sono previsti interventi per la valorizzazione dei siti storici e culturali, volti a migliorare la sicurezza, l'accessibilità e la loro attrattività. Ci sono investimenti nel digitale per consentire il collegamento dell'intero ecosistema turistico e per migliorare la competitività delle imprese.

 

Per quanto riguarda Roma, altro tema sollevato, il PNRR prevede un'iniziativa specifica che si chiama Caput Mundi, da 500 milioni di euro, per finanziare progetti che valorizzano il patrimonio storico e culturale della città di Roma; permettono la messa in sicurezza di luoghi pubblici ed edifici storici, digitalizzano i servizi culturali e rinnovano parchi e giardini storici.

Nel complesso, si intende avviare un progetto che, muovendo dalla capitale, porti il turismo lungo i percorsi nazionali spesso meno noti ma non meno unici.

Per il tema del made in Italy uno degli obiettivi principali della Missione 1 è favorire l'internazionalizzazione e la crescita dimensionale delle imprese, soprattutto nei settori più innovativi e strategici. In questo senso vanno gli interventi nell'ambito del Fondo per l'internazionalizzazione, la cui dotazione è di circa 1,2 miliardi e quelli specifici sui settori ad alta tecnologia, come l'aerospazio. In generale, gli investimenti su ricerca e sviluppo continueranno un made in Italy improntato sempre di più sulla capacità innovativa.

 

In merito alle garanzie chieste relativamente al superbonus, ha ribadito che tra PNRR e Fondo complementare sono previsti oltre 18 miliardi, le stesse risorse che erano state stanziate in precedenza. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno del 2023 per le case popolari.

 

Per il futuro, il Governo si impegna a inserire nel disegno di legge di bilancio per il 2022 una proroga dell'ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021: l'ecobonus tira poco perché le procedure sono troppo complesse e, quindi, con un DL che verrà presentato entro il mese di maggio, interveniamo con importanti semplificazioni per far sì che la gente lo possa usare.

 

Ci sono stati anche rilievi sull'agricoltura. Diversi progetti riguardano la sua digitalizzazione e stanziamo 500 milioni per l'innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare. Il progetto sostiene l'ammodernamento dei macchinari agricoli che permettano l'introduzione di tecniche di agricoltura di precisione e l'utilizzo di tecnologie di agricoltura 4.0, nonché l'ammodernamento del parco automezzi, al fine di ridurre le emissioni.

 

Sul tema dell'idrogeno ha sottolineato come il PNRR stanzi complessivamente 3,6 miliardi sullo sviluppo dell'idrogeno. E' evidente che la transizione debba tendere all'utilizzo dell'idrogeno verde. Questo richiederà un'efficacia nel raggiungimento degli obiettivi di generazione di elettricità da sorgenti rinnovabili, in assenza delle quali si dovranno considerare tecniche alternative per la generazione del vettore idrogeno. Il target previsto è il 72 per cento dell'elettricità globale da fonte rinnovabile nel 2030.

 

In tema di punti di ricarica dei veicoli elettrici l'obiettivo è sviluppare 7.500 punti di ricarica nelle superstrade e circa 13.700 punti di ricarica nei centri urbani.

Più in generale, sono arrivate osservazioni apparentemente opposte circa la transizione ambientale: per alcuni si teme che possa far danno al nostro sistema industriale esistente, da altri si chiede che essa permei ogni ambito di intervento. Il Governo è convinto che la transizione ecologica debba riguardare tutti i settori produttivi, essa è una priorità trasversale per tutto il Piano.

 

Il PNRR alloca circa il 40 per cento delle risorse ad obiettivi climatici; oltre agli interventi previsti nella Missione 2, ci sono quelli sui trasporti e sull'efficienza energeticaLa transizione ambientale sia un motore di sviluppo e di occupazione, soprattutto per i giovani, ad esempio: la filiera dell'automotive e i cambiamenti che vengono ad essa apportati dalla mobilità elettrica; per questo sono presenti significativi, specifici investimenti nelle batterie.

 

Per quanto riguarda il tema della Commissione sulla valutazione di impatto ambientale, la durata media della conclusione dei procedimenti è di oltre due anni. Non sono tempi compatibili con le infrastrutture di cui si ha bisogno e che vengono messe in campo anche per andare incontro agli obiettivi ambientali. 

In merito ad un'osservazione sul consumo di suolo, che ha particolare rilievo nel Piano e su cui il Governo si impegna a presentare una legge; ha citato l'investimento nel Parco AgriSolare, che sarà realizzato senza consumo di suolo.

 

In merito al tema dell'alta velocità, il Piano e il Fondo complementare prevedono investimenti per oltre 15 miliardi: un esempio è la linea Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria. Ha affermato:” Ho detto che è “vera” alta velocità, dove i treni potranno viaggiare fino a 300 chilometri all'oraCon questi investimenti ci si metterà lo stesso tempo da Roma a Torino e da Roma a Reggio Calabria.” Tutte le linee ad alta velocità non sono progetti vecchi, ma sono progetti estremamente innovativi. La Roma-Pescara è una novità assoluta. Il raddoppio del binario sulla linea esistente della Palermo-Catania-Messina va incontro a un'esigenza avanzata dalla regione Sicilia. Per gli interventi ferroviari al Nord sono destinati 8,6 miliardi: consentono di potenziare i servizi di trasporto su ferro e stabiliscono per le merci connessioni efficaci con il sistema dei porti esistenti. In particolare, grazie ai lavori sul tratto Liguria-Alpi, i tempi di percorrenza sono dimezzati sia sulla tratta Genova-Milano sia su quella Genova-Torino e la capacità sarà aumentata da 10 a 24 treni per ora.

 

Diverse questioni sono state poste a proposito dell'housing sociale. I 500 milioni dell'housing sociale sono inseriti nel Programma innovativo della qualità dell'abitare. Attraverso questo progetto, vengono investiti 2,8 miliardi nella realizzazione di nuove strutture di edilizia residenziale pubblica per ridurre le difficoltà abitative, con particolare riferimento al patrimonio pubblico esistente e alla riqualificazione delle aree degradate, e puntiamo sull'innovazione verde e sulla sostenibilità.

 

Sono stati fatti anche degli interventi a proposito delle aree colpite da eventi sismici. Per queste aree sono previsti 1,78 miliardi di euro del Fondo complementare. Il PNRR, poi, prevede diversi interventi di riqualificazione di edilizia pubblica, nell'ambito dei quali sono previsti anche interventi di prevenzione antisismica.

C'è, poi, stata una osservazione sui fondi stanziati per la ricerca. Le risorse per la ricerca sono aumentate rispetto alla precedente versione del Piano, ma non basta. Oltre al PNRR, la ricerca di base deve ricevere un maggiore supporto con le politiche ordinarie ed essere sottoposta a valutazione, in modo da verificare l'efficacia degli investimenti.

Ha evidenziato le numerose sollecitazioni sulla tassazione. La riforma del fisco fa parte di quell'insieme di riforme che, sebbene non ricomprese nel perimetro delle azioni previste dal Piano, devono accompagnarne l'attuazione. La riforma fiscale è tra le azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese e, in tal senso, è parte integrante della ripresa che si intende innescare, anche grazie alle risorse europee.

 

Per fare la riforma fiscale occorre un'ampia condivisione politica. Il Governo si è impegnato a presentare una legge delega entro il 31 luglio del 2021

Per realizzare in tempi certi la riforma, definendone i decreti attuativi, il Governo, dopo l'approvazione della legge delega, istituirà una commissione di esperti.

Sui tempi di pagamento della pubblica amministrazione, il Governo si impegna ad attuare il monitoraggio già in corso con la piattaforma per i crediti commerciali gestita dal Ministero dell'Economia. Contestualmente, si provvede a rafforzare l'attività di sensibilizzazione nei confronti delle pubbliche amministrazioni e degli enti locali per il miglioramento dei processi necessari ad accelerare le procedure di pagamento. Ma anche le azioni di rafforzamento della pubblica amministrazione previste nel Piano contribuiranno a migliorare la situazione dei pagamenti.

 

n merito all’osservazione sull'importanza del Terzo settore, ha sottolineato che il valore del Terzo settore è parte integrante del Piano, in particolare la componente dedicata a infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore. Ciascuno dei tre ambiti di intervento prevede proprio che ci sia coprogettazione e siano sfruttate le sinergie tra impresa sociale, volontariato e amministrazione. 

 

La semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni, per venire a un altro punto, è obiettivo essenziale per la riuscita del Piano e, più in genere, per il rilancio del settore delle costruzioni. In merito agli appalti, si intende riformare la disciplina nazionale sulla base delle tre direttive dell'Unione europea. Occorre renderla più snella, rispetto a quella vigente, anche sulla base di una comparazione con la normativa adottata in altri Stati membri dell'Unione europea. A tal fine, si interverrà con una legge delega da presentare entro il 2021. Inoltre, si intende prorogare le semplificazioni adottate con il DL n. 76 del 2020 fino al 2023.

 

A prescindere dal PNRR, la semplificazione normativa e amministrativa è un obiettivo cruciale per il Governo. Il Piano contiene numerose misure per accelerare l'attuazione degli interventi. Le riforme previste nel Piano sono accompagnate da indicazioni sulle tempistiche; sarà approvato un DL già a maggio con gli interventi urgenti di semplificazione. Naturalmente, questo lavoro di semplificazione continuerà in modo progressivo, continuo e costante fino al 2026.

 

In merito allo sport, si intendono potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive, a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie. Delle infrastrutture sportive scolastiche beneficerà, inoltre, l'intera comunità territoriale, al di fuori dell'orario scolastico, attraverso convenzioni e accordi con le stesse scuole con gli enti locali e con le associazioni sportive e dilettantistiche locali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 28/04/2021

Fonte: Fisco e tasse