Rimborso IVA 2022, per i controlli le Entrate chiedono copia in pdf delle fatture
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- Fisco
- Lunedì28,Febbraio,2022
Rimborso IVA 2022, quest'anno l'Agenzia delle Entrate non chiede le fatture attive riferito all'anno di imposta della dichiarazione IVA inviata. Tuttavia vengono ancora richieste le fatture passive relative agli acquisti dello scorso anno, documentazione che potrebbe essere già in possesso dell'Amministrazione finanziaria.
Rimborso IVA 2022, rispetto agli scorsi anni si devono segnalare differenze: per i controlli l’Agenzia delle Entrate non chiede più la copia di cortesia delle fatture elettroniche attive.
Tuttavia, rimane tra le richieste quella delle fatture elettroniche passive, di acquisti effettuati nel periodo d’imposta a cui si riferisce la dichiarazione IVA.
Tale documentazione è necessaria per dimostrare la natura e la legittimità del credito richiesto a rimborso, tuttavia si tratta di documenti già in possesso dell’Amministrazione finanziaria visto l’obbligo di fatturazione elettronica.
Rispetto agli scorsi anni, quindi, si può rilevare un piccolo passo avanti. Tuttavia c’è ancora margine per l’ottimizzazione delle banche dati al fine di una semplificazione fiscale.
Rimborso IVA 2022, per i controlli le Entrate chiedono le fatture passive degli acquisti
Sulla richiesta di rimborso IVA 2022 la storia si ripete ma con un copione a tratti diverso.
Come già per i precedenti rimborsi relativi alla dichiarazione IVA 2021 e alla dichiarazione IVA 2020, anche quest’anno si ripresenta la richiesta di documentazione da parte dell’Agenzia delle Entrate per la natura e la legittimità del credito richiesto.
Come gli scorsi anni sono arrivate segnalazioni alla redazione di Informazione Fiscale in merito a richieste alla documentazione richiesta per i controlli dell’Amministrazione finanziaria, e già in possesso della stessa.
Questa volta, però, non è stata richiesta la copia delle copia di cortesia delle fatture attive dei contribuenti.
Sono state richieste, invece, le fatture d’acquisto. Va detto che anche le fatture passive sono già in possesso dell’Agenzia delle Entrate dal momento che dal 1° gennaio 2019 ha avuto avvio l’obbligo di fatturazione elettronica.
Le stesse sono già state inviate all’SdI, Sistema di Interscambio, secondo le regole vigenti.
In sostanza non viene comunque rispettato il divieto di richiedere documenti e informazioni già in possesso della Pubblica Amministrazione.
Nello specifico la richiesta violerebbe il comma 4 dell’articolo 6 dello Statuto dei diritti del contribuente (Legge 212/2000).
La norma in questione prevede quanto di seguito riportato:
“Al contribuente non possono, in ogni caso, essere richiesti documenti ed informazioni già’ in possesso dell’amministrazione finanziaria o di altre amministrazioni pubbliche indicate dal contribuente.
Tali documenti ed informazioni sono acquisiti ai sensi dell’articolo 18, commi 2 e 3, della legge 7 agosto 1990, n. 241, relativi ai casi di accertamento d’ufficio di fatti, stati e qualità’ del soggetto interessato dalla azione amministrativa”
Tuttavia, rispetto agli anni precedenti, si evidenzia qualche passo avanti.
Il fatto che non siano apre qualche spiraglio verso una maggiore semplificazione degli adempimenti auspicata da contribuenti, imprese e professionisti.
Una semplificazione, in quest’ottica, non può che migliorare il rapporto tra Fisco e contribuente e la compliance per i cittadini.
FONTE:INFORMAZIONE FISCALE
DATA: 28/02/2022